Cold Chain questa sconosciuta

Di catena del freddo e delle problematiche collegate alla corretta conservazione dei prodotti si sente parlare molto spesso. Molto meno si sente affrontare il tema sotto la prospettiva allargata di coloro che gestiscono la logistica e la movimentazione dei prodotti alimentari, siano esse aziende che producono, distribuiscono prodotto a temperatura controllata o piuttosto operatori della logistica conto terzi che operano per queste aziende.

Per produttori e distributori la grande sfida è la tutela della qualità del prodotto e quindi il rispetto della catena del freddo a tutti i livelli della filiera di distribuzione, a livello di modelli operativi esistono forti differenze. Per i produttori l’omogeneità merceologica è portatrice di grandi semplificazioni rispetto ai distributori che devono gestire una varietà di prodotti diversi con differenti esigenze operative e di servizio alla propria rete.

Difficilmente infatti un produttore deve trattare contestualmente prodotti a 0-4°C e surgelati piuttosto che famiglie merceologiche diverse come i salumi, i latticini o l’ortofrutta, che richiedono modelli di gestione e soluzioni molto diverse tra loro: cosa invece che deve fare un distributore. La varietà è portatrice spesso di duplicazioni e di gestioni a silos non sempre ottimizzanti dal punto di vista del costo.

E ciò per almeno tre ragioni:

• le logiche di servizio collegate alle diverse merceologie tratttate impongono livelli di prossimità territoriale diversi per ortofrutta, salumi e latticini e surgelati, tali da rendere difficile la conentrazione di strutture e flussi,
• le masse critiche sviluppate sui singoli comparti merceologici, sono tali da non giustificare sempre una gestione in house e come tale integrata con le altre merci regfrigerate gestite, disottimizzando conseguentemente la gestione,
• la difficoltà infine nel fare convivere modelli operativi molto diversi tra loro, come la ventilazione per l’ortofrutta e la gestione a stock per i salumi e latticini a media lunga SL o la gestione dei trasporti in regimi di multi temperatura e con separazione delle merci,

Anche sul fronte dei modelli di terziarizzazione produttori e distributori mettono in atto schemi di gioco profondamente diversi. Per i produttori è tipico propendere verso soluzioni di terziarizzazione captive o pseudo dirette, ovver con strutture fisiche e trasporti dedicati ai propri flussi, mentre per i piccoli-medi produttori la soluzione più adottata prevede la terziarizzazione totale delle attività presso grandi operatori full service. Sul fronte della Distribuzione l’approccio alla terziarizzazione è un po’ più articolato.

Quando sul singolo comparto non ci sono masse critiche sufficienti, la scelta propende tipicamente verso strutture di grossisti che offrono contestualmente alla fornitura del prodotto anche la resa a punto vendita. E’ frequente il caso delle carni, dei surgelati e a volte dell’ortofrutta. AD esclusione di questi casi la gestione è tipicamente interna e ispirata a modelli di terziarizzazione captive, le strutture fisitiche sono dirette o dedicate, mtrne il personale di magazzino ed i traporti sono integralmente terziarizzati, anche se in modo light.

Diverso forse il caso dei surgelati dove l’elevata specializzazione richiesta alle strutture fisiche e le specificità del trasporto incentivano le aziende della distribuzione alla messa in atto di modelli di terziarizzazione più radicali ed integrati con lo stoccaggio e la distribuzione affidati ad un medesimo soggetto economico che opera in una logica di multi vendor o multi insegna. Se questo quadro caratterizza abbastanza bene il fronte della domanda, anche sul versante dell’offerta – degli operatori logistici- il quadro si presenta variegato. La morfologia del comparto della logistica conto terzi a temperatura controllata è del tutto simile a quella non refrigerato, forte frammentazione deli operatori ed eaccentuato localismo.

Anche nel fresco ci sono grandi operatori, ma in numero nettamente inferiore rispetto a quelli operanti sui settori/comparti più tradizionali (nel food e non solo) e in generale molto più specializzati, per attività o per regime di temperatura. E quelli con copertura multiregionale, che operano in regime di multitempertura e con un ampio portafoglio di servizi (stoccaggio e distribuzione) si contano sulle dita di una mano. Di qui la difficoltà ad intravedere modelli operativi che si bcano sulla integrazione di flussi multitemperatura su larga scala.

Per di più gli operatori del settore refrigerato sentono su alcune piazze territorili la concorrenza di grossisti e concessionari che proprio in ragione del fatto di offrire un servizio integrato di distrubzione e di vendita mantengono una loro distintività ed unicità rispetto ai puri operatori della logistica con terzi. Concorrenza tanto più accentuata quanto più questi soggetti di affregano in consorzi o cordate. Un’ultima riflessione meritano i sistemi ed i processi interni ai magazzini.

Molta strada è stata fatta in questi ultimi anni sul fronte dei sistemi di identificazione e di tracciamento dei prodotti attraverso tecnologie abilitanti che minimizzano l’impatto operativo e garantiscono un controllo sempr epiù puntuale dei flussi. Soluzioni questi basete su tecnologie non certo nuove (come l’RFID o il voice picking) ma che grazie ad unsempre più intenso radicamento ed integrazione tra i diversi attori della filiera logistica (ed i diversi punti di rottura di un carico) consentono finalmente di accedere a quei benedici tanto atesi e mai raggiunti da applicazioni stand alone eo isolate. Sul primo versante – RFID – molte aziende insutrali del fresco hanno adottato tale tecnologia per l’identificazione del pallet con la conseguente semplificazione di tutte le oeprazioni di controlo e spunta nella fasi di carico/scarico.

Mentre sul fronte delle tecnologie a supporto dell’attività di magazzino la tecnologia voice ha superato la fase di afozione e di prima sperimentazione, guadagnando ampio spazio eispetto alal soluzione più tradizionale con lettori di codici a basse colegati il rafio frequnaze.

In aggiunta a ciò stanno prendendo sempre più opede nuove piattaforme di scambio dati aperte a tutti gli attori della filiera, attraverso lle qali possono essere scambiate e rese fruibili molteplici informazioni di fondamentale utilità per dare continuità al tracciamento dei flussi e coordiare maggiormente le attività dei diversi attori della filiera logistica. Il tutto con minimi interventi sul versante delle interfacce necessarie per trasferire da e verso i sistemi gestionali tali dati e informazioni.
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